il progetto

di dantemotivo

Dantemotivo è un'esperienza sonora di musica e voci, dal timbro sinfonico e dalle dinamiche cinematografiche, e con l'ambizione di coinvolgere l'ascoltatoore nell'avventura più affascinante che sia mai stata scritta!

i' cominciai...

Nella primavera del 2015 prende forma Dantemotivo, l'idea di dedicare all'intera recitazione dell'Inferno dantesco, una sua propria colonna sonora originale. Non un sottofondo musicale, né l'accompagnamento per un audiolibro, ma la fusione sonora di musiche ed interpretazioni vocali.

Le prime composizioni nascono sulle voci di Vittorio Gassman, risultando una traccia indispensabile per l'ispirazione di dinamica e ritmo, ma era necessaria una voce più giovane, che rispecchiasse le paure e le fragilità di un Dante 35enne.


Così, verso la fine del 2015, entra a far parte del progetto Alessandro Zurla, che accetta l'arduo incarico, ad una condizione: poter contare su un'interpretazione ed una regia delle voci libere. Così è stato.


"Dire che Alessandro sia stato un eccellente lettore dell'Inferno di Dante, benché corretto, è alquanto limitativo. Per Alessandro la padronanza della propria voce è un mezzo, estremamente perfezionato, per esprimere le sue intense capacità di interprete e di attore. Tutto questo si è manifestato canto dopo canto, trovando entusiasmo e passione nelle sue indicazioni, e facendo di Dantemotivo anche un suo progetto." (Michele Bacci)

Michele Bacci e Alessandro Zurla

la musica

La sinfonica era doverosa, evocativa delle colonne sonore, alle cui dinamiche incalzanti mi sono fortemente ispirato. Versatile, intensa e dall'ampio spettro timbrico. Così come ampia e intensa è la Commedia, con diffusi riferimenti storici, mitologici, politici, teologici, filosofici e tanto altro. Ed è eccezionale come Dante, benché vincolato ad una struttura rigida quale la terzina di endecasillabi a rima incatenata, sia riuscito a rendere i versi e la narrazione così fluidi e discorsivi.


Con la stessa ambizione ricercavo una composizione scorrevole e coerente. Da una parte potevo contare sulle letture di Alessandro, indispensabili per l'aspetto interpretativo di dinamica e ritmo; ma sul versante narrativo, era imprescindibile la coerenza ai contenuti. Ciò significava vestire musicalmente i personaggi, i luoghi e le atmosfere, con un'attenzione sartoriale. Ho così definito le essenze: meccanismi stilistici ricorrenti e allusivi a concetti ed immagini, senza alcuna dipendenza diretta dall'armonia, bensì riproducibili in qualsiasi tonalità e tempo, e quindi anche all'interno dei leitmotiv che ho sviluppato, intesi nell'accezione classica di alter ego di personaggi e concetti.


Michele Bacci

la voce

Recitare la Divina Commedia significa passare per quella che, in qualche modo, corrisponde ad una tappa obbligata. Una sfida non priva di insidie, che risiedono nell'affrontare un testo abusato nel corso degli anni e universalmente noto.


In virtù di questa considerazione, pur mantenendo l'accento espositivo e drammatico tipico di una Lectura Dantis, non ho voluto sconfinare nel declamatorio; ho preferito scegliere una strada più semplice, dal cuore aperto. Invece che imporre, imprimere a forza le sensazioni suscitate dal testo alle persone che ascolteranno, ho scelto di rendere queste ultime partecipi, cercando di condividere con loro le ansie e gli stupori, le angosce e le meraviglie, le lacrime e i sollievi dei suoi protagonisti.

Ove possibile ho tentato di ricalcare la varietà stilistica della scrittura di Dante e di utilizzare vari registri interpretativi, in modo da riprodurre un caleidoscopio di immagini e suoni.


Alessandro Zurla